Shekib Arslan

Shekib Arslan

Shekib Arslan (in arabo شكيب ارسلان?; Shueyfat, 25 dicembre 1869Beirut, 9 dicembre 1946) è stato un politico e scrittore libanese.

Egli è stato un emiro druso originario del Libano, soprannominato «principe d'eloquenza» (amīr al-bayān) per la sua maestria nella lingua araba. Conosceva anche il turco e il francese ed era in grado di leggere in tedesco e in inglese.

Fu un pensatore, uno storico, un politico, un poeta e uno scrittore di grande fascino e influenza.
Nazionalista arabo-islamico, fu promotore del giornale La Nation Arabe, che esercitò una grande influenza sulla sua generazione e su un ampio numero di nazionalisti arabi e, in particolare, sugli indipendentisti maghrebini.

Plasmato dalla scuola riformista di Jamal al-Din al-Afghani e di Muhammad Abduh (di cui aveva frequentato i corsi), era tuttavia anche un fervente sostenitore dell'ottomanismo e del panislamismo, per questo si oppose alla rivolta araba del 1916-1918: per lui la divisione dell'Impero ottomano avrebbe contrassegnato negativamente la divisione della Umma islamica, a tutto vantaggio delle potenze europee. Pensava invece che una riforma dell'Islam avrebbe condotto a una rinascita dell'impero.

Fu costretto a recarsi in esilio a Ginevra (Svizzera) dopo l'invasione della regione siro-libanese da parte delle forze armate francesi, vi passò gli anni fra le due guerre mondiali come redattore di diversi giornali e influenzò notevolmente vari indipendentisti maghrebini. Assunse nondimeno la presidenza dell'Accademia di lingua araba di Damasco e fu del pari rappresentante ufficiale della Palestina e della Siria in seno alla Società delle Nazioni. Fu anche alla guida della delegazione permanente a Ginevra del Comitato siro-palestinese, fondato al Cairo nel 1921.

Fu compagno di lotta del celebre sceicco panarabo Rashid Rida, di cui scrisse una biografia. Era proprietario del giornale La Nation Arabe, distribuito dal Marocco a Giava, in cui esprimeva la propria convinzione della imminente rinascita della nazione araba. È all'origine del «patto arabo» votato al congresso di Gerusalemme nel 1931. Tale Patto ispirò anche un certo numero di nazionalisti maghrebini. Negli anni trenta pubblicò un libro, «Pourquoi les Musulmans ont-ils pris du retard et pourquoi les autres ont-ils pris de l'avance?» ("Perché i musulmani sono regrediti e perché gli altri sono progrediti"?), in cui elogiava lo sviluppo delle scienze in Occidente, pur condannando l'occidentalizzazione dei costumi. Giacché, secondo lui:

«nessuna società al mondo ha ancora conosciuto una democrazia reale come quella che esistette sotto i primi quattro califfi dell'Islam


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